Provo pietosa commiserazione per i bovari
col megafonino con 1000
applicazioni (delle quali non hanno la minima cognizione tecnica)...per
i neo-coatti che smarmittano nelle piazzette, con l'alettone sulla opel
astra low rider, e il navigatore touch screen con la mappa della via Lattea,
anche se non usciranno mai dal borgo in cui abitano...per gli anziani quali una
vita di fatiche ha portato solo un orrida senilità, che cercano di
metabolizzare attraverso quelli più giovani,
dispensando loro “perle di saggezza” ma, soprattutto, disprezzando tutto ciò che tenti quel poco di
innovazione.
Il provincialismo è peggio dell'ignoranza.
É la decadenza morale in termini,
l'antiprogressismo per definizione, è quel tumore spirituale che nasce dalla
paura, dalla solitudine e dalla (falsa) consapevoleza di vivere isolati dagli
altri, e come reazione produce la.....tendenza ad isolare gli altri.
Ezra Pound, uno spacchiùso pensatore/saggista quasi contemporaneo (ma che finì per essere rinchiuso in un manicomio) diceva:
“Il provincialismo è ignoranza più una
volontà di uniformità”
Capito? È qualcosa di piu dell'ignoranza
perchè incute un senso di attaccamento al luogo d'origine e ne infonde un istinto di appartenenza. Creando così coalizioni fra gli abitanti ma denigrando il
resto del mondo.
E, nelle forme più “gravi”, costringe l'uomo a non emergere
dal torpore delle sue idee, e tenerlo li dov'è. Lo scopo della vita, che voi lo
vogliate o no, è l'evoluzione della vita stessa.
Noi tutti, in fondo, desideriamo
più conoscenza, più denaro, più salute...tutti aspirano ad una posizione migliore di quella attuale. L'uomo non può avanzare sennò; sarebbe contro natura desiderare il contrario.
Dante
Alighieri, nella Divina Commedia, dipinge Lucifero come un'anima imprigionata in
un blocco di ghiaccio dal quale, nell'affanno, non riesce mai a liberarsi e
tornare la bella creatura che era un tempo. Diventa un'anima dannata dal
momento in cui rimane imprigionato in quel blocco di ghiaccio e non riesce ad
emergere... dal momento in cui si cristallizza nell'immobilità.
Il simbolismo è
evidente: è come dire che il male peggiore per un uomo è restare fermo nelle sue
credenze, senza la possibilità di poter liberarsene, ed assurgere a qualcosa "di più"!
Così recita:
Mi trovavo già, e lo ricordo con orrore per metterlo in versi,
là
dove tutte le anime dannate erano coperte di ghiaccio,
e potevano essere intraviste così come una pagliuzza imprigionata nel vetro.
Am
e potevano essere intraviste così come una pagliuzza imprigionata nel vetro.
Am