La risposta è semplice; per lo stesso motivo per cui l'Italia durante gli anni 60 era in pieno Boom!
Il boom degli anni 60 del nostro paese è avvenuto (sostanzialmente) grazie a tre fattori influenti:
1. Una nuova economia stava nascendo (passando dall'agricoltura all'industria)
2. Il livello di tassazione era basso (30% del Pil)
3. C'era tanta voglia (e soprattutto libertà) di intraprendere
Se leggiamo questa "formula" al contrario è facile dedurre la risposta alla domanda che ponevo sopra: tasse astronomiche (50% Pil), sistema economico rigidissimo, e continua esposizione alla concorrenza dei paesi emergenti.
Se a questa velenosa ricetta aggiungiamo anche l'ingombrante "incudine" dell'euro ecco che si delinea perfettamente il quadro della nostra drammatica situazione.
Nei rampanti anni 60 gli italiani avevano voglia di
arricchirsi, di ottimizzare il livello della vita...di intraprendere (avete mai visto "Il
sorpasso" di Dino Risi?)
E ti credo! Dopo 20 anni di fascismo e una guerra persa, che
costò all'Italia quasi l'intera distruzione, gli italiani avevano l'animo
infiammato: volevano rinascere...e farlo velocemente anche!
Al nord, ogni giorno, nascevano imprese (alla velocità in
cui oggi chiudono!) e, dal sud, partivano treni con frotte di lavoratori che
portavano manodopera.
E (molto importante) al governo c'era una classe
"intelligente"(De Gasperi e altri...), nel senso che sapeva che non
bisognava assolutamente interferire con quella continua e forsennata crescita
economica, e con la corsa verso la modernità intrinseca nell'Italia di quegli
anni.
(vuoi forse anche per l'influenza stelleestrisce?)
(vuoi forse anche per l'influenza stelleestrisce?)
La regola era una ed inflessibile; l'evasione fiscale!
Gli utili delle aziende venivano abilmente reinvestiti nelle
aziende stesse (e non dissipati in deprecabili tasse) che si espandevano a
dismisura, e necessitavano di sempre più operai.
In pratica, possiamo dire che l'Italia degli anni 60 era
paragonabile (in rapporto) alla Cina attuale:
la gente abbndona le campagne per trasferirsi nei grossi
centri (così come gli italiani si trasferivano dai piccoli paesi a Milano, Torino e a Genova...il noto triangolo industriale) e i tassi di crescita sono prossimi al 6%.
Ah, dimenticavo...bisogna, a questo punto, citare i grandissimi imprenditori di quell'era ; il
grande Pirelli, Sir Olivetti, Mr. Mattei...e tanta altra gente
molto determinata e rompicoglioni!
Coraggiosi, si proiettavano senza paura verso i mercati
mondiali per conquistarli, sfidando anche gli americani se era necessario, ed
imponendo al mondo la potenza e la determinazione degli Italici nascenti (a
confronto, i giovani imprenditorini di adesso, con il SUV, pantalone
bianco e megafonino in tasca, sono dei ciucciamentine).
E' vero: era lo stampo fascista, ma quella
"scuola" produceva indubbiamente uomini con i controcazzi!
Tutto cambiò quando si impose la "democrazia", e
l'unico scopo dei suoi leader (De Mita, Craxi...e compagnia briscola) era farsi
rieleggere.
E come si fa a farsi rieleggere?
Bisogna esaudire i desideri degli elettori!
E cosa serve per esaudire i desideri degli elettori?
Denaro!
E come si ottiene il denaro?
Con le tasse (sempre maggiori)!
In questo modo il debito pubblico aumentava sempre di più, fino al
punto in cui l'economia rimase soffocata!
Al sud vennero iniettati continuamente
"ammortizzatori sociali" (improduttivi impieghi statali, laute
pensioni, finanziamenti a fondo perduto etc...) Da Napoli in giù, un'intera
zona di "assistenza" viveva coi sussidi, estorti (naturalmente) dalle
tasse pagate al nord.
E poi l'euro...la gran cazzata! L'onda d'urto che ha messo
in ginocchio l'industria che, per forza di cose, ha dovuto "emigrare" nei paesi
dell'Est.
Da quando siamo entrati nell'euro, l'Italia ha perso il 30% del suo apparato impresario, di conseguenza lo stato doveva "prelevare" di più in tasse da una "sorgente" sempre meno spessa e il risultato (inevitabile) è stato di dover aumentare la pressione fiscale a livelli stratosferici!
Da quando siamo entrati nell'euro, l'Italia ha perso il 30% del suo apparato impresario, di conseguenza lo stato doveva "prelevare" di più in tasse da una "sorgente" sempre meno spessa e il risultato (inevitabile) è stato di dover aumentare la pressione fiscale a livelli stratosferici!
Nel 1992 l'italia ha subìto la prima crisi-Euro (che
all'epoca si chiamava ECU) dalla quale la Lira ne è uscita drammaticamente
svalutata.
Nel 2000 le spese
dello stato erano pari al 46,2% del Pil (erano calate)
Con Berlusconi sono arrivate a 51,9%, e poi Monti le ha
portate al 56,2%.
Le leggi nel 2007 era qualcosa intorno a 150000!
L'economia italiana è stata, quindi, soffocata da tasse
sempre più salate, e da una burocrazia dittatoriale che si affidava ad un
numero di leggi da record!
Sapete perchè Silvio Berlusconi ha stravinto alle elezioni
del 94? perchè aveva promesso di ridurre le tasse e la burocrazia: esattamente quello di cui aveva bisogno il paese. Una volta
su, però, fece esattamente quello che fecero gli altri prima di lui.
E, come se non bastasse, oggi (20 anni dopo) si ripresenta
con le medesime promesse ed il dramma è che c'è ancora qualche subnormale che
gli crede!
Come facciamo a tornare come eravamo allora?
Bisogna tornare allo "spirito anni 60", prendendo (paradossalmente)
"ispirazione" dai BRIC; tasse bassissime, poca burocrazia e tanta sana evasione, ed i proventi dell'evasione devono essere reinvestiti nelle aziende
stesse.
Ti chiedi:
Come si fa a ridurre le tasse se ci sono tante spese?
E come si fa a ridurre la burocrazia se deteniamo il numero
record di leggi?
Risposta:
Si manda a casa (a calci nel culo) gli attuali
"padroni" (Fini, Berlusconi, Casini, Bersani etc...) che hanno
aumentato tasse e burocrazia (che significa posti di lavoro per amichetti e conoscenti)
per loro necessità e basta!
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